Il furto dei cani: se il fenomeno non viene “misurato”, il reato non esiste. LAV-ENPA-AVCPP-Animalisti Italiani: implementare il data base dell’Anagrafe Canina nazionale

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AGGIORNAMENTO al 9 settembre 2014 –

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO LAV-ENPA-AVCPP-ANIMALISTI ITALIANI

LAV-ENPA-AVCPP e Animalisti Italiani: “Fino a che il fenomeno non sarà reso misurabile è come se il reato non esistesse”

IMPLEMENTARE IL DATABASE DELL’ANAGRAFE CANINA NAZIONALE

PER CONTRASTARE IL FENOMENO DEI FURTI DEGLI ANIMALI

Appello delle associazioni animaliste alle Regioni da cui dipendono le Asl veterinarie

ROMA, 9 settembre 2014 – “Chiediamo alle Regioni di implementare il database dell’anagrafe canina nazionale per contrastare il fenomeno in aumento dei furti degli animali”. Così LAV, ENPA, AVCPP ed Animalisti Italiani alla scoperta, dopo la pubblicazione di una inchiesta giornalistica sull’argomento, dell’assenza di un sistema informatico nel quale le forze di polizia italiane possono inserire le denunce di sparizione/furto degli animali domestici presentate dai cittadini italiani.

“Si tratta di un fenomeno in aumento da anni. Sono moltissimi i cittadini che segnalano il furto dalla propria abitazione o dall’auto dei loro animali ma, una volta presentata la denuncia, essa non viene inserita in un sistema elettronico nazionale ed ogni denuncia rimane una querela contro ignoti chiusa nei cassetti delle forze di polizia – segnalano le associazioni – Se invece il sistema dell’anagrafe canina nazionale venisse implementato con due nuovi campi, i tutori dell’ordine potrebbero accogliere la denuncia e trasmetterla anche alla ASL competente per territorio la quale potrebbe flaggare i campi degli smarrimenti e delle sparizioni ed il fenomeno dei furti sarebbe misurabile su scala nazionale.”

“I cani dotati di microchip, da decenni obbligo di legge, se ritrovati vengono certamente ricongiunti alla loro famiglia ma fino a che il fenomeno dei furti e delle sparizioni sospette non sarà reso misurabile e non sarà misurato è come se non esistesse, dando ampio spazio di manovra a chi di questo commercio fiorente sta facendo un drammatico business.

Invitiamo tutti i cittadini a non lasciare mai incustoditi i propri animali e a predisporre ogni accortezza per tutelare la sicurezza dei propri cani e gatti: gli avvistamenti di furgoni sospetti e le segnalazioni di effrazioni nelle auto e negli appartamenti si moltiplicano, specie nel centro nord d’Italia, quindi occorre la massima attenzione”.

ECCO LA STORIA –

La cagnolina Flo, schnauzer nana rubata lo scorso agosto 

Il furto dei cani, un reato inesistente

e senza database

Raramente per la restituzione dell’animale viene chiesto un riscatto. Il sospetto è che gli animali vengano sottratti ai proprietari per essere rivenduti per scopi illeciti: dalle lotte clandestine al mercato di carne e pelle, dalla vivisezione all’accattonaggio. E, vista la mancanza di una banca dati comune alle forze dell’ordine riguardo al fenomeno, per le famiglie l’unico conforto viene dai social network

di Margherita D’Amico

La Repubblica, 8 settembre 2014

“NON avrei mai creduto di soffrire così, è un dolore atroce. Non voglio immaginare cosa possano fare a Flo, preferirei quasi saperla morta”. Dal 17 agosto una famiglia di Albinea, in provincia di Reggio Emilia, ha perduto la pace. In pieno giorno, scassinando il cancello del giardino, qualcuno ha portato via la cagnolina di un anno, schnauzer nana. “Mi sedeva accanto nel camion, era la mia ombra”, racconta Alessandro, trasportatore. “Quel giorno l’avevo lasciata in cortile, chiusa nel suo box, giusto il tempo di una visita medica. Poi saremmo partiti tutti insieme per le vacanze”. Ma c’era chi osservava di nascosto. “Sono entrati a colpo sicuro, hanno preso solo lei. Mia figlia ha sei anni e piange da settimane, al pari di mia moglie e dei nonni. Ho sporto denuncia ai carabinieri, mi hanno detto: ‘Non riusciamo a ritrovare le biciclette, figuriamoci i cani'”.

Flo non è l’unico animale domestico di cui appare chiaro il furto. Al contrario, il suo caso va ad aggiungersi a una fitta e misconosciuta lista che, ignorata dalle istituzioni, cerca conforto nei social network. La mappa dei disperati appelli di chi ha visto sopraggiungere un furgone e dissolversi l’affetto a quattro zampe, o chi piuttosto ha subito una ruberia che ha coinvolto cane o micio nell’appartamento, riguarda tutta Italia concentrandosi nelle regioni del Centro-Nord. Il Sud abbonda maggiormente di randagi, e in tutta la Penisola, comunque, si registra il probabile (e illegale) prelevamento di animali liberi: colonie feline decimate, cani di quartiere svaniti. Soprattutto nelle zone di campagna, tanti privati non sporgono denuncia temendo multe perché il cane non è microchippato. Non sono affatto pochi, però, quelli che invece lo fanno, senza ottenere particolari riscontri”.

“Ash, il mio san bernardo meticcio di cinque mesi, è stato portato via il 29 luglio da un furgone bianco, sotto gli occhi di mio padre. Lavorava nell’uliveto, ha visto il veicolo ma credeva fossero i tecnici del bombolone gpl, dovevano cambiarci la valvola. Quando li ha sentiti ripartire di corsa si è guardato intorno, Ash non c’era più”, riferisce Annamaria da Bivio San Polo, vicino Tivoli. Appena due giorni prima, era sparito anche Nemo, il maremmano dei vicini. “Mi sono mobilitata al massimo, ho inseguito personalmente un furgone che faceva manovre sospette nei dintorni”. Forse perché il rapimento di Ash e Nemo impazza su social e stampa, poco dopo Nemo viene rilasciato in un centro a parecchi chilometri di distanza, legato a un palo. È stato lavato, ha una coscia tosata con escoriazioni, l’impressione è che sia stato anche narcotizzato. “Devono essersi spaventati. Ash era cucciolo, per ridarcelo si sono avvicinati ma non abbastanza. L’abbiamo ritrovato cadavere sulla ferrovia: è stato investito mentre cercava di tornare a casa”. Fra amarezza e rabbia, Annamaria non riesce a trattenere le lacrime: “Al pari dei padroni di Nemo abbiamo denunciato il furto ai carabinieri, non ci hanno aiutati affatto. Come pure ci ha abbandonati la polizia, benché mio marito sia agente come i miei due fratelli, uno dei quali ispettore morto prematuramente”.

Spiega Maria Luisa, fra gli amministratori della pagina Facebook Cani rapiti: “Il nostro sito è nato per dar voce ai tanti cani oggetto di sparizioni più o meno chiare, probabile opera di criminalità che quasi mai chiede il riscatto e ben più spesso rapisce per poi rivendere a scopi illeciti. Il ritrovamento purtroppo è raro: sarebbe importante che le forze dell’ordine indagassero per debellare questa piaga diffusa. Impuniti, i malviventi si sentono liberi di agire. Abbiamo testimonianza di furti dentro abitazioni da cui vengono portati via solo i cani. Possibile che si consideri più grave rubare un orologio che un essere vivente, indifeso e pianto da intere famiglie? E chi rivende quest’ultimo quale reato commetterebbe, ricettazione?”.

Replicano dall’Arma dei Carabinieri: “Il furto di animali non rientra fra i reati censiti nella nostra banca dati, come invece accade per le automobili. Esistono riscontri cartacei delle denunce presso i vari comandi, ma non venendo inseriti nel sistema non possediamo un dato statistico che consenta l’analisi del fenomeno”. Né tanto meno esiste una specifica banca dati comune alle varie forze dell’ordine, perlopiù sprovviste di lettore di microchip e ben di rado inclini a indagare sul singolo episodio. Quanti cani, gatti e altri soggetti d’affezione – tutelati dalla legge penale 189/04 contro maltrattamenti e uccisioni – scompaiano in circostanze oscure, allo stato attuale ce lo suggerisce in abbondanza solo il Web.

Da cosa nasce tanta avidità di animali, gli stessi che a decine di migliaia cercano adozione da canili e rifugi sovraffollati? Rarissime le richieste di riscatto mentre di frequente i rapitori snobbano generose ricompense. Le ipotesi finali sono variamente sinistre: lotte clandestine, accattonaggio, il mercato di carne e pelle, vivisezione, allevamento irregolare, zooerastia, messe nere e sadismi. A quali speranze può affidarsi allora chi si veda privare dell’amico di altra specie?

“Da un mese la nostra vita si è fermata, a causa di un dispiacere che non avrei mai pensato di provare”, dice la padrona di Melody, maltesina di sei mesi. “Ce l’hanno presa il giorno in cui siamo partiti da Udine per le vacanze. Affidata alle cure di una dog sitter era in giardino con il nostro jack russell. Hanno fatto un buco nella rete e non hanno avuto difficoltà a estrarla. Abbiamo offerto inutilmente tremila euro a chi ce la restituisca, sei volte il suo valore commerciale. Se solo si capisse la disperazione che fatti del genere provocano”.

Anche la chihuahua Trilli, a Cittanova (Modena), è stata portata via con il taglio della recinzione. “Sto entrando in depressione”, afferma la padrona “Trilli ha cinque anni, ma a causa di una disfunzione sembra un cucciolo, pesa 800 grammi e senza le sue medicine è condannata. Alcuni vicini hanno visto rallentare davanti casa mia un furgone chiuso. Ho sporto denuncia alla Questura di Modena, sono stati cortesi ma il loro modulo nemmeno prevedeva l’opzione furto, l’hanno registrata ‘smarrita'”.

“È come se mi avessero rapito una figlia”, riferisce Emanuela, la cui Sissy è scomparsa il 26 giugno scorso a Vermicino, nel Lazio. “Avevo due maltesi in giardino, hanno afferrato la più remissiva. Un paio di giorni dopo nella nostra via è passato uno di quei camion che raccolgono le ferraglie e il mio vicino ha visto che gli uomini caricavano il suo cane. Ha avuto la prontezza di correre dietro al veicolo in fuga e per sua fortuna quelli hanno lanciato fuori l’animale”.

Saetta, un meticcio di cui la stampa locale emiliana si è occupata nel novembre 2013, è stato caricato su un’automobile scura dinnanzi ai proprietari. “Passeggiava con mio padre, ha fatto uno scatto per inseguire un fagiano. In quell’istante si è fermata una vettura, a bordo c’erano un uomo e un bambino. ‘Papà, un cagnolino!’, ha esclamato la voce infantile. Si è aperto lo sportello e in un secondo Saetta è stato tirato a bordo. Se si fosse davvero trattato di un malinteso, possibile che il veterinario di quelle persone non abbia verificato l’esistenza di un microchip?”. Di recuperare il golden retriever Pluto, rubato da casa in zona Fontanellato a Parma due anni fa, i proprietari hanno perso speranza: “Abbiamo denunciato ai carabinieri, cercato in tutti i canili possibili: niente”.

Per puro caso a Torvaianica (Roma) il meticcio lupo Roy si salva. “Lo scorso dicembre, mentre ero al lavoro, hanno sradicato la recinzione del mio giardino con un piede di porco. Da qualche tempo girava in zona un furgone sospetto. Il giorno dopo, di fronte a un bar, un mio amico lo vede parcheggiato e sente abbaiare dall’interno”, racconta Massimo. “Sapeva che cercavo il cane, e ha avuto la prontezza di aprire il portellone. Roy è saltato giù e i rapitori sono scappati a una tale velocità che non è riuscito a prendere la targa. L’avevano sicuramente addormentato, era intontito e aveva il muso impolverato di bianco, ma è di nuovo con me”.

Zoe, Ares, Maya… Fece scalpore, nell’estate del 2011, la scomparsa di Alì, l’indispensabile pastore tedesco di nove anni che faceva da guida a Tommaso Ferraro, un ragazzo non vedente di Ragusa. Per chiedere la sua restituzione si mobilitarono i media e pure l’attore Luca Zingaretti lanciò un appello, rimasto tuttavia inascoltato. Si distingue, naturalmente, fra i furti o presunti tali (in base a effrazioni, eclissamenti troppo repentini e categorici per essere considerati fughe, mancato ritrovamento dei corpi investiti per strada) e i normali smarrimenti che non di rado conoscono un lieto fine.

Nel 2013 per esempio la Muratella, il canile municipale di Roma, ha contribuito a restituire ai padroni qualche centinaio di esemplari. Nella Capitale, peraltro, già nel 2007 la senatrice Monica Cirinnà, allora assessore all’Ambiente, in base a una casistica allarmante diramò una circolare con cui esortava a non lasciare gli animali incustoditi in automobile o legati fuori dai negozi, e periodicamente la stampa locale segnala qua e là il pericolo di furti. Ciò nonostante, in tutta Italia cani e gatti seguitano a volatilizzarsi, lasciando chi li ama in preda a un’angoscia che istituzioni e inquirenti con ogni evidenza ignorano.

http://www.repubblica.it/ambiente/2014/09/08/news/cani_e_gatti_rapiti-95250790/?ref=HREC1-10#commenta

2014-09-21T22:41:05+00:00 1 settembre 2014|0 Comments

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