Una interrogazione comunale per difendere l’esperienza dei cani liberi accuditi romani. Insieme si può

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Tutto ha inizio da mesi di deportazioni. Molti dei quasi 600 cani liberi accuditi romani – censiti, monitorati, sterilizzati, chippati, vaccinati  nel corso degli anni nel territorio del Comune di Roma – vengono catturati e conferiti in canile.

Cani abituati ad essere liberi. A dormire sotto le stelle. A prendere il caldo del sole. Nel fitto delle campagne romane, nella fascia suburbana, lontana dal centro abitato. L’areoporto di Centocelle, Ostia Antica, il Parco della Caffarella. O in quella che era la loro campagna, che è stata poi urbanizzata dal cemento e dai palazzoni rubando il loro spazio vitale. La Collina Alitalia, la zona della Terza Università. 

Molti di loro, spaventati dall’essere umano, si ritraggono, si allontanano al contatto. Altri, ormai abituati alla presenza, rimangono sdraiati sull’erba o sul marciapiedi, noncuranti. Qualcuno abbaia. I più temerari vanno incontro all’essere umano.

Mai una aggressione. Niente di più – nei casi “più gravi” – della rincorsa di una bicicletta o di una piccola escoriazione.

Elementi più sufficienti, per qualcuno, per decretarne la scomparsa. La loro chiusura nella gabbia di un canile.

Per mesi, gli animalisti più attenti ai fenomeni cittadini hanno assistito impotenti ed inermi. Cercando, per tutti i cani tolti dalla  campagna o dalla strada, una collocazione migliore di una gabbia di un canile.

Un recinto nel parco canile  comunale di Vitinia. O un recinto ancora più grande nel rifugio Panda di Trigoria, convenzionato con Roma Capitale. Per i  cani più fortunati – cani liberi accuditi sì ma abituati al contatto con l’uomo – è arrivata anche l’adozione. Per qualche cane, fortunato anch’esso, è arrivata l’adozione da parte del tutor di riferimento ed il suo passaggio in qualche pensione romana nel verde, in modo da ricreare un habitat il più possibile naturale.

Per altri – soprattutto quelli che in teoria dovessero continuare ad arrivare – potrebbero solo rimanere le gabbie. Cemento e ferro. Là dove un tempo c’era sole, erba, stelle, e aria.

Poi è arrivata una interrogazione comunale. Urgentissima. A firma di due consiglieri comunali Monica Cirinnà e Massimiliano Valeriani. Di fronte all’ennesima richiesta di una ASL di catturare i cani liberi accuditi, questa volta di via Flaminia altezza Labaro, qualcuno ha alzato la sua voce. Ecco il testo dell’interrogazione

Interrogazione Urgentissima: Revoca riconoscimenti Cani Liberi Accuditi (CLA)
Giovedì 05 Aprile 2012 15:34

Roma 4 aprile 2012 

       La sottoscritta

premesso che

       con nota n. 822/C del 30 marzo 2012, a firma del Direttore Sanitario, la ASL Roma E – Dipartimento di Prevenzione – U.O.C. Veterinaria C – Ambulatorio Veterinario e Anagrafe Canina – ha comunicato, tra gli altri, a Roma Capitale di ritenere revocati tutti i riconoscimenti di “cani liberi accuditi”;

       tale decisione, a detta della ASL citata, è giustificata dalle numerose segnalazioni di aggressioni denunciate da cittadini e Forze dell’Ordine nell’area di Via Flaminia all’altezza di Labaro;

tenuto conto

       che il progetto CLA (cani liberi accuditi) di lotta al randagismo, era nato con lo scopo di lasciare gli animali controllati e sterilizzati nel loro territorio e,  al contempo, garantire un risparmio economico per l’Amministrazione non dovendo sopportare i costi di ricoveri a vita in canili;

       che nell’area in questione la presenza sia di cani liberi accuditi (CLA) sia di animali randagi è da considerarsi irrisoria;

       che, a differenza di quanto affermato nella nota, da informazioni assunte risulta un solo referto medico di Pronto Soccorso per lievi escoriazioni riguardante un cittadino;

       che nella zona, per quanto attiene i CLA, opera una persona, con riconoscimento degli Uffici preposti di Roma Capitale, la quale si avvale della collaborazione di alcuni volontari;

       che negli ultimi anni l’ Amministrazione di Roma Capitale ha sostanzialmente sminuito, se non azzerato, l’ opera di prevenzione del randagismo svolta dall’ Ufficio Animali anche tramite la squadra di monitoraggio del territorio, indispensabile nella individuazione e gestione di aree interessate dal fenomeno del randagismo; 

interroga il Sindaco e l’ Assessore preposto per conoscere:

  • se non ritengano di dover intervenire al fine di applicare quanto stabilito dall’ art. 33 del Regolamento Comunale sulla tutela degli animali di Roma Capitale anche potenziando la squadra di monitoraggio del territorio;
  • come ritengano di far rispettare a tutti i Servizi Veterinari delle AA.SS.LL., insistenti sul territorio di Roma Capitale, l’ articolo del Regolamento sopra citato, unico modo utile per non gravare sul bilancio dell’ Amministrazione;
  • se e come ritengano di dover intervenire al fine di ottenere, dalla ASL RM/E, la revoca della lettera di cui in premessa che potrebbe, in caso di silenzio dell’ Amministrazione, rappresentare un pericoloso precedente;
  • i dati relativi alle catture effettuate, dopo la nota in questione, e quale sorte abbiano avuto gli animali eventualmente catturati.

                                                                                                                  (Monica Cirinnà)

(Massimiliano Valeriani)

Ringraziamo Monica Cirinnà e Massimiliano Valeriani per aver voluto sollevare quel velo che si sta da tempo stendendo su una esperienza bellissima, istituzionalizzata dal Regolamento Comunale dei Diritti degli Animali ancora nel 2005. E che qualcuno sta cercando di far morire.

Per paura delle conseguenze. Per inerzia. Per mancanza di responsabilità. Perchè le strade più innovative sono spesso le più difficili da percorrere.

Ringraziamo due consiglieri per aver detto che non si deve avere paura. E che la strada della convivenza è la più bella, la più naturale.

 Cosa è cambiato dal 2005? cosa è cambiato oggi rispetto agli anni 2005-2008, quando un gruppo di persone si occupava proprio di integrare, di curare, di seguire, con entusiasmo e generosità? Cosa è cambiato oggi se non questo clima plumbeo, pessimista, ostile rispetto a tutto ciò che è altro, che è diverso?

Cirinnà e Valeriani ci dicono che nulla è cambiato. E che tutto deve e può tornare come prima.

Chiediamo a Roma Capitale e alle ASL romane, con le quali  abbiamo per anni positivamente collaborato, di tornare a dialogare, a riflettere, a lavorare insieme. Come prima, come sempre.

Indietro non si torna. Un’altro mondo è sempre possibile.

Simona Novi

Presidente AVCPP

 

2013-01-10T01:10:02+00:00 7 aprile 2012|0 Comments

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