L’ernia del disco

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PUO’ SEMBRARE SOLO UN MAL DI SCHIENA

ATTENZIONE, POTREBBE ESSERE LA TEMIBILE ERNIA DEL DISCO

 Ecco come riconoscere una discopatia e cosa fare per aiutare il nostro amico a non paralizzarsi

 

Leo è stato operato e poi adottato

Il vostro cane mostra una certa dolorabilità alla colonna vertebrale? Cammina un po’ ingobbito, quasi incurvato? Tiene la nuca rigida e un portamento basso della testa? E’ riluttante al movimento, restio a compiere salti o a salire in auto? In poco tempo, è comparsa una alterazione alla deambulazione? Attenzione, siamo probabilmente davanti ad un ernia del disco.

Le discopatie sono patologie di frequente riscontro nel cane. E nel cane, a differenza che nell’uomo, si manifestano subito con segni clinici più gravi che possono arrivare frequentemente anche alla paralisi. La maggior incidenza delle patologie discali è tra i soggetti giovani, con un picco tra i 4 e i 6 anni di età. Cani di ogni razza possono essere colpiti, tuttavia le razze di piccola taglia hanno una incidenza di tali patologie notevolmente superiore.

I pazienti con questo tipo di disturbo all’andatura o dolori alla colonna dovrebbero essere visitati al più presto perché spesso la prognosi è influenzata dalla precocità del trattamento. In genere si procede con un esame radiografico che va effettuato in sedazione. Se è il caso, si approfondisce con la mielografia e solo in casi estremi si conclude con una risonanza magnetica.  

Il trattamento può essere di due tipi: conservativo o chirurgico.

La base del trattamento conservativo è il riposo assoluto, da estendere in alcuni casi al riposo in gabbia. Purtroppo alcuni cani sembrano agitarsi maggiormente quando vengono reclusi in spazi angusti, quindi sta alla sensibilità dell’amico umano comportarsi nel modo migliore per il proprio animale.

Il trattamento conservativo è consigliabile in pazienti che hanno solo dolorabilità alla colonna vertebrale e deficit minimi, oppure a pazienti le cui condizioni (età o presenza di ulteriori patologie) sconsigliano di affrontare l’anestesia generale necessaria per la mielografia e per la chirurgia.

Raccomandabile è il muovere l’animale solo al guinzaglio (meglio usare la pettorina) e per pochi minuti, al massimo due o tre volte al giorno. Se i segni clinici migliorano nelle prime due settimane, allora è consigliabile protrarre il trattamento per altri 15 giorni al termine dei quali la normale attività dell’animale andrà ripresa molto gradualmente.

Il trattamento chirurgico è consigliabile per i pazienti che non migliorano con il trattamento conservativo e per quei cani che hanno medi o gravi deficit neurologici. La prognosi è influenzata principalmente dal tempo trascorso dall’inizio dei primi sintomi, dalla gravità della compressione e dalla presenza della sensibilità profonda. La chirurgia, quando necessaria, andrebbe eseguita prima possibile e, in assenza di sensibilità dolorifica, assolutamente entro le 24 ore dall’insorgenza. La probabilità di successo del trattamento chirurgico varia dal 50 al 94% in funzione della gravità del caso.

Il periodo post operatorio è molto delicato. Fondamentale è mantenere i nostri amici su superfici morbide e ben pulite per evitare piaghe da decubito. Almeno 2-3 volte al giorno, sarà necessario eseguire movimenti passivi delle articolazioni e aiutare il cane nei movimenti secondo le indicazioni del medico curante. Una normale funzionalità motoria viene ristabilita in un tempo variabile dalle 2 alle 8 settimane salvo alcuni casi che possono richiedere periodi di fisioterapia anche di molti mesi.

Fortunatamente le patologie discali non sono più invalidanti come lo sono state in passato. La gestione di questi pazienti può essere complessa ma un trattamento veterinario tempestivo e una stretta collaborazione da parte dell’amico umano possono portare alla risoluzione del problema in un numero molto elevato di animali.

2010-08-27T13:52:57+00:00 27 agosto 2010|0 Comments

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